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Non cercare di diventare un uomo di successo, ma piuttosto un uomo di valore.

- Albert Einstein -

Eventi & Critica

Bruno Quaggio è un artista dalla forte capacità immaginativa. Le sue realizzazioni singolari e accattivanti raccontano una fantasia fervida, che non ha perso il contatto con la propria anima ludica. Protagonisti dei suoi collage sono personaggi bizzarri, dai profili stilizzati.Bruno Quaggio mostra galleria thillier Le loro forme essenziali richiamano i profili del reale e al tempo stesso se ne distaccano per rinnovarsi, ridefinendosi in un alternarsi di linee rette e curve che movimentano la visione, capaci di giocare con la propria identità e di coinvolgere l’osservatore in un gioco intrigante e creativo. Quaggio ricorre a materia insolita per costruire il suo universo: fili, gomitoli, bottoni, trecce di tessuti, frammenti rubati a tende, un infinito repertorio sartoriale che perde la propria funzione per scoprirne una nuova, per diventare “altro da sé” andando a definire i volti e i corpi di personaggi impossibili.Bruno Quaggio e Levi Anche lo sfondo che ospita le figure è studiato con attenzione da Quaggio. Un lembo di stoffa variegata costituisce la base su cui si definiscono i profili della sua arte; l’artista lo sceglie con minuziosa attenzione, facendo in modo che sia strettamente connesso alla caratterizzazione del protagonista della sua composizione. C’è una gioiosa eleganza in queste narrazioni visive, dove l’ironia è padrona assoluta, anche con sottili perfidie contro i luoghi comuni e le false apparenze. I personaggi di Quaggio diventano quindi una sfilata di ritratti emblematici, alcuni svelati nella loro pochezza e dileggiati nella loro arroganza, altri ancora accarezzati come fossero vecchi compagni di gioco, e tutti rilevati dallo sguardo vigile di un bambino. Estroso artista, Quaggio ripercorre i sentieri della favola morale, a volte castigando col riso, a volte assolvendo le umane debolezze con paziente compatimento.

Paolo Levi


Sarebbe del tutto sbagliato paragonare le opere pittoriche dell’Artista Bruno Quaggio al “già detto” in Arte da parte di Enrico Baj. A differenza di quest’ultimo, il Maestro Quaggio ha sicuramente una maggiore raffinatezza stilistica che fa fede ai contenuti espressi."..grazie alla sua riconoscibilità pittorica e alla complessità del linguaggio espresso e dei temi trattati, sta percorrendo la difficile strada dell’Arte concettuale italiana.." Le opere di Bruno vengono realizzate con vecchio materiale di recupero. Sicuramente per la concettualità del linguaggio espresso lo potremmo paragonare a Maestri dell’Arte Povera come Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto, Jannis Kounellis e Alighiero Boetti. La società metropolitana con le sue incertezza diviene il campo d’indagine di Quaggio. Veri e propri “feticci” materici vengono utilizzati, creando così delle opere dalla grande compostezza ottica e realizzazione creativa.
Il Maestro ha reinventato una nuova geometria della forma. Non più linee geometriche che seguono il “giusto” percorso ideale. Ma vere e proprie “tempeste segniche” che sembrano seguire i percorsi della sua psiche. Narrazioni visive di archetipe visioni contemporanee. Sillogismi “enigmatici” che rifiutano la razionalità “accademica”. Le sue linee abbandonato l’asse cartesiano vengono proiettate in nuovi universi in cui a prevalere non sono più le scorciatoie mentali, ma nuovi orizzonti di conoscenza. Un Maestro che grazie alla sua riconoscibilità pittorica e alla complessità del linguaggio espresso e dei temi trattati, sta percorrendo la difficile strada dell’Arte concettuale italiana, e a mio avviso è destinato a diventare uno dei più grandi Artisti italiani contemporanei.

25 Luglio 2011 - Dott. Salvatore Russo


“Io e te una cosa sola”.
Opera Io e te una cosa solaIn quest’opera è racchiuso tutto il romanticismo poetico di Bruno Quaggio.Due anime unite da un profondo amore, da una vita unica insieme che diventano una cosa sola.
Il Maestro ci presenta l’amore, e lo fa attraverso una splendida opera dal chiaro significato. Giurarsi amore eterno, per poi mantenere questa promessa. L’opera narrata visivamente da Bruno, attraverso cordoncini, stoffa e altro materiale di recupero, ci rimanda un po’ all’Arte Povera, che era incernierata sulla bellezza dei sentimenti trasmessi.Bruno Quaggio premio arte amore Anche il Maestro concentra la sua analisi su ciò che è immediatamente evidente.
Un unico corpo che “contiene” due cuori che battono alla stesso ritmo. Il ritmo ha il nome dell’Amore.

Salvatore Russo


Quaggio Bruno brick lane gallery LondraBruno Quaggio art in mind

ART IN MIND

THE BRICK LANE GALLERY
LONDRA, 27 Aprile - 10 Maggio 2010

La via dell’amicizia di Quaggio Bruno, evidenziata da una figura formata da elementi vissuti ed usati che amalgamati riescono a dare vita ad un sentimento; forse la stoffa usata per formare questa amica è la stoffa della vera amicizia, che con il tempo non si logora mai ma rivive sotto altre forme.

Dott. Aldebaran

Bienalle arte internazionale di Palermo

Il problema dell’arte contemporanea è che mancano dei canoni valutativi precisi, chiunque una mattina si alza e decide di diventare pittore. Sembra riduttivo, eppure a dirlo è un critico di rilievo - anzi, il “miglior critico del mondo”, ovviamente son parole sue - come Vittorio Sgarbi.Bruno Quaggio con Sgarbi Che ieri è volato in Sicilia per inaugurare, al fianco del suo amico Paolo Levi, la prima Biennale Internazionale dell’Arte. Differenti anche le sezioni, dedicate al paesaggio, alla figura, scultura, acquarelli e informale, più un tributo dovuto ai grandi artisti del ‘900. “Per realizzare una biennale d’arte realizzativa delle varie espressioni artistiche contemporanee - spiega il suo ideatore ed editore Sandro Serradifalco - non si può prescindere dal legame con la tradizione, e dunque dal confronto con i grandi maestri del passato. Una biennale per gli artisti e degli artisti, priva di estremismi stilistici e di vuote provocazioni visive, ma anche una rassegna osservata dal mercato. Chiamare un personaggio come Vittorio Sgarbi ha voluto dire lasciargli campo libero su artisti e scelte”. “
Era una mia vecchia proposta quella della Biennale d’Arte Contemporanea - spiega Sgarbi - ma poi Serradifalco ha fatto sua e realizzato l’idea. Ho indicato alcuni artisti, ma la scelta è stata soprattutto di Paolo Levi. Vedi questa vetrina come una continuazione ideale del mio lavoro alla Biennale veneziana, ideata per dare spazio a molti artisti che solo così possono far vedere che esistono”. Vittorio Sgarbi resterà nelle sale espositive valutando a modo suo. Uno o duecento poco importa, basta che meritino.

Giornale di Sicilia, Venerdì 11 Gennaio 2013

 

Quaggio alla Biennale di Palermo


Mostra Alchimia Seducente - Atelier Museo Tadini Lovere

Mentre mi affannavo nella ricerca di parole in grado di catturare allo stesso tempo da una parte la ricchezza polisensoriale e materica, e dall’altra la componente spirituale e emotiva delle opere che compongono questa esposizione, mi sono trovata ad affrontare l’interrogativo degli interrogativi, ossia “cos’è l’arte”?Pur essendo da poco che l’artista ha iniziato il suo percorso, sin dal principio è emersa nelle sue opere una forte ricerca del materiale e dei colori, che unita ad un’estesa fantasia e ad una tecnica unica e personale, riesce a trasmettere allegria ed emozioni, stimolando l’immaginazione dell’osservatore. Teniamo dunque gli occhi aperti su questo artista che ci regalerà sicuramente grandi soddisfazioni in futuro.
A.F.
Qualsiasi risposta che avrebbe l’ambizione di porsi come un principio universale apparirebbe incompleta, imprecisa, lacunosa. Possiamo però rispondere concentrandoci sulla contingenza, sul presente. L’arte è il motivo per cui oggi siamo qui, spinti dal comune desiderio di assistere a un evento artistico. L’arte è il fuoco che ha animato l’attività di questi due artisti, la luce che ha orientato il loro lavoro, la maestria che ha guidato le loro mani, la scintilla che ha acceso la loro straripante creatività. L’arte è l’insieme dei riferimenti del passato e del presente che, più o meno indirettamente, hanno segnato la formazione e il fare di ciascuno di loro, da René Magritte a Enrico Baj.
Ecco allora che esistono diverse modalità di fare arte, che raccontano mondi, personalità, percezioni, sensibilità, capacità, emozioni differenti, e in questo sta l’originalità dell’artista.
Questa mostra nasce dalla collaborazione straordinaria e armoniosa tra due artisti, Fausta Cropelli e Bruno Quaggio, e “l’alchimia seducente” di cui ci parla il titolo vede da una parte la gioia, il colore e il calore di un giorno di sola, quella pienezza espressiva che Fausta Cropelli comunica con le sue ceramiche, e dall’altra la capacità di riutilizzare in composizioni inedite e applicazioni non convenzionali materiali segnati dal vissuto, che caratterizza invece le opere di Bruno Quaggio.
Quaggio Bruno con Cropelli Tadini Lovere Un’esposizione di opere che seduce perché riesce nell’arduo compito di suscitare quello stupore autentico, quella meraviglia spontanea e sincera che scatta istintivamente di fronte a ciò che spezza la monotonia e il grigiore che troppo spesso costellano la realtà, a ciò che stravolge le aspettative ma non in maniera violenta o negativa, bensì sorprendendo con il piacevole naturalezza.
Fausta Cropelli descrive se stessa come “tendenza tra simbolismo e impressionismo con un linguaggio libero e inventato in cui realtà e immaginario si fondono con sottile ironia e apparente ingenuità”, mentre Bruno Quaggio ci invita a “allenare l’Occhio, a vedere l’Arte sotto aspetti diversi”, ci chiede di “non fossilizzarci nelle solite cose, nelle solite abitudini”, ci insegna a “guardare e immaginare oltre l’occhio”.
Ebbene, io credo che dovremmo accogliere queste sollecitazioni. Dovremmo respirare a pieni polmoni questa ventata di libertà, dovremmo guardare e non semplicemente vedere, dovremmo lasciarci incantare da questa seducente alchimia.

Stefania Vezzoli - giornalista


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